GEMITAIZ E MADMAN: LA COPPIA D’ORO DEL RAP ITALIANO- INTERVISTA

Quella di Gemitaiz e MadMan è una corsa verso l’oro, non tanto pecuniario, quanto intellettivo: crescere col rap e far crescere con loro il rap.

Gemitaiz e MadMan rappresentano la coppia d’oro del rap italiano. Ogni loro brano o album sale in vetta alle classifiche. Freschi di pubblicazione di VELENO 7si preparano a calpestare i palchi più importanti d’Italia. La loro è una corsa verso l’oro, non tanto pecuniario, quanto intellettivo: crescere col rap e far crescere con loro il rap. Con un’unica soluzione: tanto studio e lavoro di ricerca musicale.

Mad e Gem, vi raccontate tantissimo nelle canzoni. Cos’è che forse non è ancora uscito fuori?

G: Non ne ho idea, è sempre molto spontanea la cosa.

M: C’è da dire che, forse, come per me penso anche per lui, con l’andare del tempo è una sfida riuscire a essere sempre più deep, a esporre sempre più per ciò che siamo. Ovviamente parlo dei progetti solisti, perché quando siamo insieme siamo un progetto a parte, è come se fossimo un gruppo. Quando facciamo il disco non siamo Gemitaiz più MadMan, siamo una cosa che va oltre. Anche i numeri lo dimostrano, non è una semplice somma dei due.

Ultimamente cosa vi sta stuzzicando?

G: Il disco dei Nu Guinea, Nuova Napoli, ormai già da un anno. Fighissimo, roba italiana che ti fa sentire orgoglioso di essere italiano. Esce anche qui musica figa, che non sembra roba italiana, nemmeno da 200 km. Quando ho scoperto che erano italiani ci sono rimasto di sasso. Non vedo l’ora di sentirli dal vivo.

M: Io sono due o tre giorni che sto ascoltando il nuovo di Denzel Curry, ma in generale ascolto il rap, però sto ascoltando anche io un sacco di jazz, soul. Mi sto allargando su altri generi.

Il periodo della musica italiana quindi non è così negativo?

G: Ovviamente esce un sacco di merda, però c’è un refresh. Adesso, i veri cantautori siamo io, lui, Mauri (Salmo). I veri cantautori ora sono i rapper.

M: E i discografici non lo possono fare, perché non capiscono il rap.

G: C’è tanta gente che in tanti modi ha provato a turbare questa roba e a prendersela per guadagnarci dei soldi, anche con i film, e da lì ti rendi conto di come ovviamente quando qualcosa splende, si va lì e si cerca di spegnerla, o di farla propria a tutti i costi. È brutto, però è una conseguenza di quando esplode un genere, qualunque esso sia. Se non fosse stato il rap, ma magari la musica dei cartoni animati, sarebbe stata la stessa cosa nel senso che tutti avrebbero provato a farlo.

Per molti non è una cultura, è appunto solo un genere. In Italia c’è il pop, è sempre stato il pop la musica italiana, ma non è che ha questa grande nascita culturale, è più una cosa soggettiva del cantante. Il rap è una cosa che è nata come protesta, come una cosa fuori dagli schemi che non doveva esistere, era una cosa sbagliata. Il rap secondo me ha alla base una cosa…

M: Motivazionale, di automiglioramento.

G: Anche autocelebrazione…

M: Di autorealizzarsi e di ispirare a sua volta gli altri. Poi è nato da un qualcosa di legato all’emancipazione sociale, da un qualcosa di molto più complesso e pesante.

Non vi viene l’idea di cambiare il vostro stile?

G: Io a casa lo faccio.

M: Sì, lui fa il beatmaker a casa, non lo sa nessuno.

G: Produco pezzi techno o simili, poi non li faccio uscire, però sono fighi. Non conosco le note, vado a orecchio, spingo tutti i tasti finché la nota prima va bene con quella dopo. Non so fare gli accordi, mi muovo con i sample.

M: Io sì, ho questa necessità, a volte ci penso.

G: Hai già cambiato un sacco nell’ultimo anno.

M: Sì, la vedo sempre come un’evoluzione, come una sfida, dici “il rap lo so fare talmente bene (senza falsa modestia), l’ho talmente assimilato, che magari adesso vorrei imparare a cantare”. Io per esempio nell’ultimo disco ho fatto tante robe cantate che non avevo mai fatto in vita mia, sono anche andato a lezione di canto, per dirne una.

G: Per me ad esempio, Silvano (Coez) e quello che ha fatto sono una palese evoluzione di quanto è bravo lui. Per me è il next Vasco Rossi. Lui a 70 anni starà ancora lì sul palco, mi perdoni Vasco se gli ho dato più anni, lui starà ancora lì, quando ci parli sta tutto fomentato per la sua musica. La sua non è una trasformazione costruita.

M: Lui ha avuto molto coraggio e perseveranza, quando ha cambiato non è che gli sia andata molto bene all’inizio.

G: Il pubblico era stranito, si è diviso. Devi avere le palle per fare una cosa del genere, se lo fai sei un artista vero.

M: Rispetto per Silvano per sempre.

La domanda che non vi hanno mai fatto a cui avreste sempre voluto rispondere?

G: Non saprei proprio.

M: Queste cose ci mettono in crisi.

G: Non pensiamo mai alle interviste. Ci dicono “dovete fare un’intervista” e noi andiamo lì a rispondere.

M: Più che altro se io voglio dire una cosa la dico, l’avrei messa in mezzo a qualche risposta, anche se tu non me l’avessi chiesta. Magari, più che altro, certe volte tutta la fatica e gli anni che stanno dietro al nostro lavoro, il fatto di aver mollato altre strade, altri interessi, un sacco di persone, tutto per arrivare qua non viene notato. Pensano che sei soltanto fortunato.

G: Io ormai mi vergogno a dire che faccio il rap, perché io faccio musica. Il rap adesso in Italia è visto come una cosa diversa da quella che io interpreto come tale. Per fortuna Spotify ci dà ragione. Però, comunque, quando dico a una persona che faccio il rapper quella pensa che io sto a fare il figo e a lanciare i soldi per aria.

M: Purtroppo l’aspetto superficiale viene sempre prima della realtà.

G: Però sticazzi.

M: Quello più che altro è la cosa che ti può dar fastidio, il non essere riconosciuto come lavoratore.

Shiva pubblica “Mon fre”, il nuovo singolo in collaborazione con Emis Killa

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E’ uscito il 19 luglio su tutte le piattaforme digitali Mon Fre, il nuovo singolo di una delle promesse della scena rap italiana Shiva, che vede la partecipazione eccezionale di Emis Killa. Il brano è in uscita su Jive Records (Sony Music Italy) ed è disponibile su Spotify, Apple Music ed iTunes.

Shiva pubblica il singolo Mon Fre in collaborazione con Emis Killa. Il brano è pubblicato per Jive Records. Mon Fre è la perfetta rappresentazione musicale del concetto di equilibrio. Il quartiere, le sfortune del passato e la solitudine di chi ce la sta facendo sono le tematiche sopra cui si sviluppa il brano. Le parole sono sempre scelte con cura e magistralmente incastrate tra melodie e cassa. Shiva, il futuro, che incontra Emis Killa, la storia del rap italiano, in un singolo perfetto per la stagione, ma introspettivo allo stesso tempo.

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TESTO

Ho passato momenti che non mi scordo
Dicon che siamo di cornice perché siamo sul bordo
Non sai quante cose ho da risolvere
Tipo lascia indietro tutto e pensa solo a correre
Non so bene dove sto andando
Spero solo di aver fatto giusto il calcolo, ah
Vogliono stare al nostro tavolo, ah
Io penso a quando ci odiavano
Ora non mi credi, non ascolti che dico
Cambi questo e quello e pensi giusto “che fico”
Mi chiedo là fuori chi ti resta di amico
E se una pistola spara a un bandito, resta un bandito
Cambiare è importante
Ho bisogno di svago e di metter soldi da parte
Te dalla mia parte
Forse ne ho viste tante per averne diciannove
L’inverno sta finendo e sotto gridano il mio nome
Il mio migliore amico ha detto “faccio una rapina”
Gli ho detto “tranquillo, ho una chance tra le dita”
Lei il pane con il burro già alle sei di mattina
Mando un bacio a mamma e diecimila da una panchina
Perché ho più di ventuno motivi per farcela
Con noi oppure nada, resta lì con chi chiacchiera
Voglio trovare il mare come nel mio decoder
Questa è la mia storia, in più c’è scritto Milano Ovest

Chiuso in camera d’hotel
Scopro che forse non c’è
Una via giusta per te
Una d’uscita per me
A volte è dura, mon fre
Ma io sorrido, mon fre
Parlano e dicon di noi
Tutte impressioni, Monet

Guarda qua la mia città
Il sole in quartiere, ora è Panama
Viaggio come se io avessi un Panamera
Sorpasso i problemi, dove sta il problema?
Cambiala, cambiala
Se la via è sbagliata allora cambiala
Nomi sulla pelle di chi prima c’era
Fiori nei cannoni quando arriva sera

Ah
Ho passato momenti che non mi scordo
Lo testimoniano i segni che c’ho sul corpo
Non mi capacito di come tu e il tuo socio
Siate in tele mentre mio fratello è morto a quell’incrocio
Intrappolati in questa city dannata
Stiamo brindando in spiaggia ma ci manca la strada
Ho un tavolo all’Inferno ed ho portato tutti i brotha
Perché in Paradiso fanno selezione all’entrata
Ho ancora mille pare, però sopra un Carrera
Poteva andarmi male e invece ho fatto carriera
Mio fra pieno di rabbia è peggiorato in galera
Perché un gatto nero in gabbia diventa una pantera
Se ripenso i giorni alla fermata di quel tram
Ho messo a fuoco il mio futuro dandomi una chance
Il mio presente non cancella i traumi del passato
Né copre il boato
Mentre la mia storia brucia come Notre Dame
Mamma non pensava che facessi sul serio
Sembrava un gioco prima che arrivassero gli euro
Sopra un vecchio treno con le mie ferite
Pensavo che quelle rotaie fossero infinite
Non ho mai confuso l’avarizia con la fame
Tengo amici e affari separati come i miei
Me ne fotto dei carati su queste collane
La mia stella brilla in cielo dal 2006

Chiuso in camera d’hotel
Scopro che forse non c’è
Una via giusta per te
Una d’uscita per me
A volte è dura, mon fre
Ma io sorrido, mon fre
Parlano e dicon di noi
Tutte impressioni, Monet

Guarda qua la mia città
Il sole in quartiere, ora è Panama
Viaggio come se io avessi un Panamera
Sorpasso i problemi, dove sta il problema?
Cambiala, cambiala
Se la via è sbagliata allora cambiala
Nomi sulla pelle di chi prima c’era
Fiori nei cannoni quando arriva sera

FENOMENO “MACHETE”:LA CREW DI RAPPER SCALA LE CLASSIFICHE ITALIANE

IL LEADER SALMO: “ESEMPIO DI DEMOCRAZIA, PER QUESTO PROGETTO HO RINUNCIATO A X-FACTOR”. MACHETE MIXTAPE 4 AL VERTICE DELLA HIT,RECORD SU SPOTIFY

La fucina del rap italiano fa di nome “MACHETE”. E nata 10 anni fa ad Olbia, in Sardegna, ed ora macina record con il suo nuovo album, Machete Mixtape vol.4, che staziona al primo posto degli album piu venduti in Italia e che, a 24 ore dall’uscita su spotify, ha conquistato il primato italiano di streaming , piazzando anche 6 brani nella Top 10 Singoli

“E’ come fare la nazionale di calcio,mettiamo insieme i giocatori nuovi e i campioni di vecchia data». La metafora sportiva arriva dal «bomber» Salmo, uno dei tre fondatori di Machete insieme a Hell Raton e Slait, che con il suo successo clamoroso — anche in questi giorni in cui si è infortunato il ginocchio e fa i numeri sul palco sfrecciando in sedia a rotelle — sta trainando tutta la squadra di rapper che compare nel disco, in cui lui stesso è ampiamente presente. Il punto di forza del progetto, però, è la volontà di premiare il talento in maniera democratica: si dà spazio agli artisti giovani, si mette da parte l’ego (spesso strabordante) di chi è già affermato, tanto che «tutti hanno capito di non pensare alla loro strofa singola, ma al disco nella sua compattezza», spiega Slait. Non è una dinamica semplice. E infatti, secondo Salmo, in Italia non lo fa nessuno: «I rapper di natura si fanno gli affari propri, non danno una mano agli altri. Invece io in alcuni artisti giovani rivedo me stesso 10 anni fa. Così per realizzare questo lavoro ho rinunciato a X Factor, anzi l’ho fatto a modo mio, per strada, lo Street Factor».

i tre fondatori della Machete, Salmo, Slait e Hell Raton

Lazza, Nitro, Gemitaiz, Tedua, Izi, l’incursione femminile (solitaria) di Beba sono solo alcuni dei nomi noti che affollano «Machete Mixtape 4», arrivato a cinque anni dal precedente capitolo. Musicalmente, racconta Slait, «c’è un minestrone di tante sfumature» fra rap, elettronica battente, brani più melodici. Nei testi, la crew non risparmia nessuno con un repertorio di rime esplicito e graffiante: Machete rivendica il proprio predominio sulla scena («c’è chi può, chi non può e io può», dice Salmo, citando Totò), osserva l’Italia («questa va a chi pensa che il rap italiano vale zero/qui sembra il medioevo/l’Italia è un paese difettoso e infatti torna indietro»», dice Fabri Fibra in «Yoshi»), deride i giornalisti da gossip «che piangono per un pubblico».

Ma gli album sono solo la punta di un iceberg molto più grande che include producer, dj, grafici, videomaker e che di recente si è esteso anche al gaming «rappresentando» dei player nelle competizioni di videogame. «Siamo una casa di produzione a 360 gradi e ciascuno di noi tre ha a sua volta altre società», spiega Hell Raton. Questo vuol dire che un rapper, in Machete, trova un pacchetto completo, «ma non si entra col curriculum, noi siamo una famiglia — puntualizza —. Prima ci vuole un rapporto interno, poi si lavora». Il «fare gruppo» a tutti i costi è forse il segreto della longevità di un sogno nato sui banchi di un liceo artistico sardo, quello in cui studiavano sia Hell Raton sia Salmo: «Ai tempi volevamo uscire dall’isola e dalle barriere geografiche, puntando su produzioni di qualità — ricorda Hell Raton —. Io avevo una stanza in cui stampavo merchandising e poi ci dormivo in mezzo. Siamo partiti da lì. Poi, piano piano, abbiamo fatto la storia».

Post Malone: ecco Goodbyes, il nuovo singolo in collaborazione con Young Thug

Si chiama “GOODBYES” il nuovo singolo del rapper americano Post Malone,in collaborazione con Young Thug uscito esattamente una settimana fa,che sta scalando le classifiche musicali di tutto il mondo.

Per la produzione di Goodbyes, l’americano si è affidato al producer Brian Lee(che aveva già collaborato con cantanti del calibro di Camila Cabello e Justin Bieber) e a Louis Bell, con cui il rapper aveva già lavorato in passato per la produzione di “Rockstar” con 21 Savage, “Psycho” con Ty dolla $ign e di “Better Now”

La canzone, che tra l’altro segna la primissima collaborazione tra Young Thug e Post Malone, può diventare il terzo brano in top 10 di Malone quest’anno,dopo i successi mondiali di “Wow” e di “Sunflower”

In concomitanza con l’uscita del singolo, il rapper ha anche caricato su youtube il video ufficiale di Goodbyes che vede la partecipazione dell’attrice Kathrin Newton di “Big Little Eyes”

Ancora incerto se Goodbyes sia un singolo Stand Alone oppure annunci un nuovo progetto musicale del rapper. L’ultimo disco di Post Malone risale ad un anno fa,”Beerbongs and Bentleys”,il secondo album di Post Malone ,ha debuttato alla prima posizione nella Billboard top 200 ed è stato uno dei progetti discografici che hanno ottenuto più streaming nell’arco di una sola settimana.

In seguito, Malone si è classificato contemporaneamente con 9 brani nella top 20 della Hot 100 Chart, divenendo l’artista con il maggior numero di tracce presenti in questa classifica. stesso record anche per la top 40 della Hot 100 Chart,con ben 14 brani. Con questi risultati, i fan di Post non possono essere solo che impazienti di avere notizie su nuova musica.

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